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Quando la chat si fa inquietante: Momo

Oggi vi parlerò di un nuovo fenomeno che corre in chat, ormai virale, con il quale vi potrebbe capitare di aver a che fare, soprattutto se avete preadolescenti ed adolescenti intorno: Momo.

Ne avevo sentito parlare distrattamente da alcuni ragazzi che non ne erano stati minimamente infastiditi e non mi ero interessata più di tanto alla cosa. Poi però ho avuto un colloquio con una ragazzina molto turbata e ciò  mi ha dato l’occasione per approfondire il fenomeno.

In fondo, se di Momo si parla così tanto, forse  a qualcuno non suscita solo indifferenza ed allora è bene conoscerla un pò più a fondo.

Ma di cosa stiamo parlando? Momo è la foto di una statua raffigurante una donna con grandi occhi che sembrano uscire dalle orbite ed un sorriso inquietante, che non a caso si trova in un museo horror in Giappone. Questa immagine circola nei gruppi di What’s App ed è divenuta protagonista di una catena di Sant’Antonio che l’ha resa virale. Attorno al fenomeno Momo sono state create leggende metropolitane di maledizioni e sciagure che colpirebbero,ovviamente, coloro che spezzano la catena, come nelle migliori tradizioni creepypasta.

Ora, per me e forse anche per voi, è chiaro che, interrompendo la catena, non succede niente, anzi, si limita la diffusione del tormentone Momo che male non fa. Però molti ragazzi e ragazze intimoriti, incuriositi e nel dubbio se credere o no continuano ad alimentare la diffusione di questo fenomeno ed allora è giusto chiedersi come mai e se ci sono pericoli dietro l’ angolo.

Sicuramente i video di molti youtubers e gli articoli che si trovano online hanno contribuito non poco a diffondere il fenomeno rendendolo, agli occhi di un preadolescente, un qualcosa di inquietante, ma anche di accattivante ed affascinante allo stesso tempo. Quindi c’è chi continua la catena per paura, timore e chi per scherzo, curiosità e noia. Qualcuno ha anche provato ad interagire con i numeri di Momo, ricevendo indietro foto inquietanti, minacce (pare) o nessuna risposta.

Ma che fare se i nostri ragazzi vengono contattati dalla catena di Sant’Antonio di Momo?

Sicuramente è bene capire che tipo di reazione ha suscitato Momo in loro: indifferenza, paura, inquietudine, timore? Parlarne con i ragazzi e tranquillizzarli rispetto a ciò che sta succedendo è molto importante. Si può spiegare dove nasce Momo, che è una statua e non ha niente di soprannaturale o magico, in quanto è frutto dell’immaginazione umana. Poi è importante spiegare come funzionano le Catene di Sant’Antonio e su quali sentimenti fanno leva.

Infine, è buona prassi, a mio avviso, cercare di capire che tipo di interazione hanno avuto i ragazzi con i numeri che hanno inoltrato loro Momo: li conoscono? Sono di persone amiche? Sono contatti sconosciuti?

Il rischio più grande che si corre con Momo, a mio parere,oltre all’eventuale prosciugamento del credito per chi prova a chiamarla,  è quello del furto di dati: regalare il proprio numero telefonico a sconosciuti che poi potranno farne ciò che vogliono.

Per questo il consiglio è sempre quello di bloccare chi invia contenuti spiacevoli o che non fanno sentire a proprio agio i ragazzi e poi beh…farsi due risate con loro su Momo!

9 Commenti

  1. ilaria

    Avevo già letto online di momo, che dire, è davvero inquietante e a dir poco scandaloso. Tremo per le generazioni di oggi

  2. Zelda

    Non ho mai creduto alle catene e tanto meno ho partecipato, figuriamoci su Momo

  3. ilmondodichri

    E’ davvero una cosa assurda!

  4. mary pacileo

    non ero a conoscenza di questo nuovo fenomeno, i tuoi consigli torneranno davvero utili

  5. alessandra

    non ne sapevo nulla di questa cosa, è veramente inquietante
    Alessandra

  6. Rita Amico

    Ne ho sentito parlare proprio oggi. Io non mi sono mai fatta influenzare da certe catene, però alcune persone potrebbero essere facilmente travolte da questo fenomeno…

  7. Silvia

    il mio consiglio è quello di monitorare sempre i bambini che usano lo smartphone e di parlare con loro di quello che incontrano in rete; abituare i figli al dialogo è un lavoro che va fatto quotidianamente, da quando nascono, è faticoso ma la fatica viene ripagata

  8. Esmeralda Evangelista

    É la prima volta che sento parlare di Momo… Inquietante!!!

  9. Francesca

    ahaha
    molto utili i tuoi suggerimento e indicazioni

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