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Gli adultescenti non volano

Oggi come oggi capita di trovarsi davanti fenomeni dei quali scorgiamo a malapena gli effetti . L’ adultescenza è uno di questi e mi ha subito colpito per la sua diffusione. Le parole che usiamo esprimono e danno forma a concetti che altrimenti resterebbero astratti, irreali: “giovani adulti”, “ tardo adolescenti”, “ragazzi di quarant’anni” ci danno l’ idea della difficoltà ad esprimere un nuovo periodo della vita, che è una contraddizione in sé, inesistente fino a qualche generazione fa. Gli stili di vita, i nuovi bisogni e soprattutto la crisi economica hanno creato questa nuova realtà, che avrà notevoli implicazioni sulla nostra società.
Quando,poi, in questo periodo della vita si assumono anche comportamenti tipici adolescenziali ecco che qualche preoccupazione sul nostro futuro mi viene.Certo, non sempre i giovani adulti sono adultescenti, ma spesso le due condizioni si sovrappongono. Non di rado vediamo quarantenni con hobby e passioni da ventenni, con outfit molto “giovanili” e scelte di vita molto più simili a quelle dei ragazzi che degli adulti. Questo sui social è addirittura amplificato: il web pullula di profili di quarantenni mascherati da adolescenti, con stesse pose, stessi abiti, stessa messa in piega e spesso stessi obiettivi di vita. Ma è così terribile crescere ed invecchiare? È così dura accettare di diventare grandi? Come si elude questa dicotomia a cui la società ci pone davanti, cioè restare giovani, sempre uguali a se stessi e non morire, se l’unica cosa che non cambia è la morte?
Il valore pedagogico dell’ esempio è inestimabile: un adulto che predica bene e razzola male perde autorevolezza e credibilità agli occhi dei ragazzi. Ma che credibilità possiamo avere se da un lato vogliamo essere adulti di riferimento e dall’altro abbiamo comportamenti da coetanei dei ragazzi? Come posso dire a mio figlio di non pubblicare continuamente foto sul suo profilo, se la mia bacheca è una collezione di selfie? Ecco, io penso che mantenere vivo il contatto con il fanciullo che è in noi sia importante, come anche la curiosità verso i nuovi media ed il mondo giovanile, ma credo che i protagonisti di queste realtà debbano essere i ragazzi. Sono loro che devono essere i nostri ciceroni e mostrarci e spiegarci la realtà in cui vivono. A noi spetta il compito di ascoltare, comprendere e far riflettere, forti dell’esperienza vissuta nei nostri tempi adolescenziali. Un po’ come il nonno che si fa insegnare dal nipotino come si inviano gli sms e poi gli mostra come si gioca con i tappi per strada. Le due realtà non si escludono, ma si integrano ed arricchiscono i protagonisti.
Insomma a me questi adultescenti fanno un po’ tristezza e un po’ paura: mi sembrano prodotti tristi ed artificiali di una società che si arrocca su se stessa, in un loop pericoloso. Ma, soprattutto, non mi sembrano felici. Magari fanno di tutto per mostrarsi tali e dicono di esserlo, ma io mi fido molto del non verbale e non è questo il messaggio che mi giunge. Sono farfalle rimaste loro malgrado crisalidi e non conoscendo l’ebbrezza del volo vogliono farci credere che la staticità sia la cosa migliore. Non credeteci ragazzi, siete fatti per volare!

15 Commenti

  1. Ida

    sfondi una porta aperta, la fanciullezza vive in me <3

  2. Alessia Canella

    Mi hai letta nel pensiero: purtroppo vedere tutta questa finta felicità che evidentemente traspare nelle foto, mi preoccupa e mi rattrista.

  3. Valeria

    La similitudine nel finale è molto bella, rende il concetto, e forse lo rende di più rispetto a nomi cognati a posta. Ho 27 anni, due figli, non mi comporterei mai in maniera diversa di come faccio. E invece vedo tanti quarantenni, per non parlare di donne di 50/60 che le vedi fare le ventenni. Non le comprendo.

  4. Greta

    Non conoscevo questo termine….. proprio per questo ho trovato il tuo post molto interessante

  5. Alessia

    Questo post fa riflettere… Davvero molto interessante. L’ultima frase é stupenda… Siamo fatti per volare… Non dimentichiamolo mai!

  6. Kiki Tales

    Io invece mi sento il contrario, vecchia da quando ero adolescente!!

  7. Raffaella

    Sai che condivido a pieno il tuo pensiero, a volte ci sono dei genitori molto piú teen dei loro figli. Questi adulescenti non mi convincono per niente!

  8. Marta

    Hai perfettamente ragione, poi con i social è tutto più amplificato!
    Marta

  9. Alessandra

    Io cerco di non buttarmi giù anche perchè se non è la fine. Non sapevo avessero coniato un termine. Bellissima l’ultima frase
    Alessandra

  10. cristiane acito

    Io lavoro con i social e molte volte devo rinunciare dei lavori , per non perdere l’autorevolezza verso i Mei figli.

  11. Mina

    Anche a me fanno un po’ paura, più che altro ho paura di diventare come loro tra qualche anno :O

  12. Elena

    Molto poetica la similitudine nel finale, rende benissimo il concetto!

  13. Camilla

    Come credo tutti, ho sentito parare di questo fenomeno, ma sai che non avevo mai sentito il termine che è stato coniato per denominarlo!??!

    XOXO

    Cami

  14. Cristina

    Bellissimo post Grazie 🙂

  15. Marina

    Anche a me non convincono questi adulescenti che si mascherano dal web

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