Come ci hanno cambiati internet ed i social? Come hanno segnato le nostre percezioni? E le nostre coordinate spazio-temporali? Inutile dirlo, ma ci hanno modificati così tanto, da renderci quasi irriconoscibili a noi stessi.
Oggi viviamo il tempo in maniera completamente diversa rispetto a qualche anno fa. I limiti temporali sono stati scardinati dal mondo di internet e dai social: non ci sono più un tempo per il lavoro, un tempo per la vita privata ed uno per fare altro. Oggi tutto avviene contemporaneamente, erodendo separazioni rigide e linee di demarcazione imposte.
Il tempo è sempre più in real time: la “logica della diretta”, tanto usata sui social, tende ad espandere il presente, rendendolo però anche una sorta di passato prossimo.
Oggi il tempo dilata le sue possibilità: possiamo fare più cose contemporaneamente, parlare nello stesso momento con più persone, velocizzare pratiche e procedure. Se, nell’era pre-internet, per reperire informazioni o comprare qualcosa era importante munirsi di pazienza e calma, oggi per farlo bastano pochi secondi. Siamo continuamente stimolati a fare ed ottenere tutto velocemente, a correre sempre di più, a riempire il tempo con qualcosa. Questo tempo non ci basta mai e ci lancia come frecce nella freneticità quotidiana.
Spesso passiamo giornate a correre ed il mondo virtuale diviene la nostra fuoriserie per farlo.
Ma in questa logica della velocità di un clic, che fine ha fatto il tempo dell’ attesa? Dov’è finito il periodo di vuoto fittizio stracolmo di desideri, di sogni, di costruzione di significati ed immaginazione?
Da adolescente ho passato ore sul letto della mia camera con la musica a palla, apparentemente a non fare niente. Mi annoiavo, immaginavo, progettavo, insomma, stavo. Ero presente a me stessa. Quanto sono lontani quei tempi dal multitasking in cui vivono i nostri ragazzi oggi?
Nel 2018 preadolescenti, adolescenti ed anche bambini hanno le giornate piene, organizzate, corrono da un impegno all’altro e da uno stimolo all’altro. Non possono stare fermi: lo sono fisicamente, forse,ma sullo smartphone passano da un gioco online ad una chat, dall’acquisto di un prodotto ad un video musicale. Concentrarsi per più di un quarto d’ora su qualcosa, in un luogo non luogo sovraccarico di stimoli sarebbe un’impresa per un adulto. Come può farlo un ragazzino che oltre agli stimoli esteriori deve occuparsi della giungla di quelli interiori? Ecco, le ore dedicate alla noia, al dolce gongolare, a me servivano a questo. Ad ascoltare le mie sfide e voci interiori. A capire dove andare e chi volevo essere.
I nostri ragazzi si trovano di fronte a questa grande impresa: crescere nel rumore e nella frenesia delle relazioni virtuali e nel silenzio lento di quelle reali. Non ce la possono fare da soli. Dobbiamo supportarli perchè chi non ha avuto modo di conoscere un mondo senza una vita online non sa che questo può esistere e che le relazioni possono essere immediate (quindi non mediate) e possono prendersi tutto il tempo che vogliono.
Diciamolo, ai nostri ragazzi: per essere connessi con noi stessi e con gli altri dobbiamo sconnetterci dal resto, perchè troppe interferenze non possono che disturbare la comunicazione. Diciamogli che le relazioni hanno i loro tempi, che non sono quelli di un clic; che un’ amicizia virtuale per funzionare bene deve poggiare su una solida amicizia reale, altrimenti è tale solo di nome, in Facebook style.
Diamoci il tempo di ascoltare e di parlare con i ragazzi: proteggiamo ciò che di più prezioso possiamo dare loro, il tempo per crescere.
Concordo: la scansione dei nostri tempi è sempre più data in un clic.Sembra quasi che questo divenga una sorta di nuova unità di misura temporale.
Già…. non è facile per nessuno,ma ogni tanto “disconnettersi” aiuta a farlo!
Bella riflessione.. ammetto di essere un pò dipendente dao social vorrei vivere di più il tempo “reale”
Io amo i social, però è vero che scandiscono il nostro tempo in maniera totalmente diversa dal passato…anche questo è qualcosa di cui tenere conto, perchè può diventare stancante!
E’ una riflessione che spesso faccio anche io, per fortuna basta andare al mare o a fare un pic nic che la connessione sparisce. In quei luoghi non c’è quasi mai campo. Io però ritengo che i ragazzi siano più abili dei grandi a dosare l’ uso della rete, e che internet è uno strumento e bisogna saperlo usare altrimenti rischi di farti male.
Hai perfettamente ragione ma non per questo dobbiamo essere condizionati dalla tecnologia
A volte i Social più che unirci, ci dividono. Riusciamo a scrivere ad amici dall’altra parte del mondo e non riusciamo a comunicare con chi ci sta affianco!
penso che ogni generazione si lamenti di quella attuale dicendo che ai propri tempi era meglio. prima si passavano ore sdraiati sul letto con le cuffie, lo si fa anche adesso solo che si usa lo smartphone. è vero che adesso è tutto molto veloce e accelerato, ma nessuno ci obbliga a seguire questi ritmi, sta a noi e sta a noi insegnarlo ai nostri figli
concordo pienamente con quanto hai scritto. E condiviso anche il post 😉
Hai ragione…tu parli dei ragazzi ma io vedo anche molti adulti che sono diventati dipendenti dalla tecnologia. 🙁 non è facile!!!
Verissimo! Concordo con ogni tua parola e cerco di farlo, soprattutto in famiglia
Il tuo articolo rispecchia la realtà del mondo in cui viviamo, in cui tutto è digitale e a volte dimentichiamo la realtà che ci circonda
purtroppo i socials distruggono comunicazione e tolgono il tempo per la riflessione soprattutto ai giovanissimi.
Dare il tempo a se stessi e al proprio io è importante e anche ascoltare i ragazzi e farli partecipi del mondo… anche io adolescente al tempo dei walkman mi sento oggi impaurita per il futuro di mia figlia…
Concordo pienamente con te, da quando ci sono i social è cambiato lo stile di vita ahimè in peggio
Alessandra
ottima riflessione
ho apprezzato molto il tuo contributo
i social media ci stanno aiutando in tante cose ma spesso ci sviano dalla realtà vera e propria…
Verissimo quello che scrivi… Anche io ricordo di aver passato ore stesa sul mio letto con le cuffie… Soltanto ad ascoltare la musica! Adesso invece la metto in sottofondo mentre sto facendo qualche altra cosa 🙁
D’accordissimo sul consiglio finale…. “diamoci tempo” penso valga per tutti 🙂