Ci sono delle volte in cui senti dire delle cose agli altri e pensi :” Ecco, questo vorrei averlo detto io!”. A me succede spesso e l’ ultima volta è stata quando Dianora Bardi ha parlato di docente liquido.
Il concetto mi ha subito conquistata sia perché strizza l’ occhio a Bauman (che va sempre bene!) sia perché mira a proporre un nuovo ruolo del docente che non può non trovarmi d’accordo. Si parlasse poi di “maestro liquido” sarei ancora più conquistata, ma va bene lo stesso. È vero che dobbiamo essere onesti con noi stessi ed ammettere che il sistema educativo va innovato e deve realmente porre al centro i ragazzi. Concordo con la Bardi quando dice che non possiamo ignorare il fatto che gli studenti passino buona parte dell’ orario scolastico connessi con cellulari e tablet. E non penso proprio che fare regolamenti che ne vietino l’ uso sia risolutivo, anzi, è una regola talmente obsoleta al nascere che praticamente non verrà presa in considerazione e quindi sarà soltanto dannosa. Ne comprendo il tentativo di cercare di gestire una situazione che sta sfuggendo di mano, ma è solo una toppa che rende evidenti le falle dei nostri metodi educativi e mostra come siano poco adeguati alla vita concreta dei ragazzi e delle ragazze, con il rischio di perdere credibilità. Come può la scuola preparare realmente gli studenti alla vita se non permette agli strumenti usati quotidianamente da tutti di entrare al suo interno? Ecco l’ importanza del maestro liquido, che rivede completamente il suo ruolo, lo rende più discreto, vicino ai ragazzi, lo muta in quello di guida che non va temuta ma rispettata e seguita. Un maestro che usa strumenti moderni, perché sono quelli che tutti usano quotidianamente, e ne mostra le opportunità per apprendere ai ragazzi. Si tratta di un maestro che si reinventa quotidianamente, che si forma continuamente perché è partecipe di una realtà mutevole e non può fermarsi mai,come i suoi alunni. Il maestro liquido dona le chiavi per far si che gli alunni si scoprano competenti e decidano quali porte aprire.
Illusione? Sogno? Credo che nei prossimi anni si giochi il futuro della nostra scuola e persone come la Bardi mi fanno pensare che non tutto è perduto ed i semini piantati oggi domani diverranno piante forti e sane. Come si suol dire, “ai posteri l’ ardua sentenza!”